venerdì 31 ottobre 2008

Tricase Manifestazione Scuole

Anche gli studenti di Tricase hanno saputo organizzare una manifestazione in occasione dello sciopero della scuola del 30 ottobre.
Eravamo in tanti, perchè sappiamo distinguere tra chi cerca di tagliare gli sprechi e chi cerca di tagliare il nostro futuro.

Bravi, eroi.

Notizie al cittadino

VUOI DIVENTARE SCRUTATORE?

Per tutto il mese di novembre 2008 sarà possibile iscriversi nelle liste per poter essere scelto come scutatore.
Presenta la domanda all’ufficio elettorale del Comune.

Sacrica qui il modulo per la domanda

SINISTRA DEMOCRATICA
AL SERVIZIO DEL CITTADINO.


TRICASE COMUNE SINISTRA
TRICASE COMUNE SINISTRA



TRICASE COMUNE SINISTRA

giovedì 30 ottobre 2008

Iniziative: Raccolta firme

Sabato 1 novembre 2008
Tricase - Piazza dei Cappuccini, dalle 9.00 alle 20.00

Sinistra Democratica - Movimento PES - Italia dei Valori

Raccoglieranno le firme per il referendum per l’abrogazione del LODO ALFANO.
Immediatamente dopo la pubblicazione del DL Gelmini, in materia di Pubblica Istruzione, si partirà con la raccolta firme per l’abrogazione dello stesso DL.
Aiutaci anche tu a difendere la democrazia e l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.



Scarica e diffondi il volantino

www.sinistra-democratica.it/files/volantini%20SD%20-%20si%20referendum.pdf

mercoledì 29 ottobre 2008

Giovinezza


"Oggi pensate che approvate questo decreto e che sia finita qui. Non è così, non lo è per noi e credo non sarà così per il paese".
Alle 10,44 il decreto legge Gelmini è diventato legge nell'Aula di palazzo madama, con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti.
Il clima è stato incandescente, dentro e fuori il palazzo. Migliaia di studenti che da due giorni assediavano il Senato hanno subito una prima aggressione da parte di aderenti al Blocco studentesco, che si richiama all'estrema destra. Ci sono stati i primi ricoveri, non gravi, in ospedale. Passavano i minuti mentre la polizia sceglieva di non intervenire. Poi, in piazza sono arrivati alcuni ragazzi dei centri sociali ed è scoppia la rissa. Provocata sempre dagli esponenti di destra, cui non a caso è scesa in soccorso Forza Nuova. È solo a questo punto che la polizia ha deciso di "caricare " e arrestare 14 esponenti del Blocco. Nel frattempo sono volati per aria tavoli e sedie dei bar della storica piazza romana.
Soddisfatto il premier Silvio Berlusconi che parla di «grande risultato», e riferendosi alle proteste degli studenti, il premier ha anche detto che il governo è stato «di manica larga».

Domani grande mobilitazione in tutta Italia. Anche a Tricase è previsto un corteo con incontro alle 9 in piazza Galileo Galilei e arrivo in piazza Pisanelli.

Non lasciamo gli studenti soli in questa loro battaglia. Una scuola efficiente è una garanzia di libertà per tutti.






lunedì 27 ottobre 2008

Un emerito ...


Ecco la trascrizione integrale dell'intervista rilasciata da Francesco Cossiga ai quotidiani Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione
http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/081023/jmsra.tif


Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.Ma poiché l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».

Quali fatti dovrebbero seguire?
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».Ossia?«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?
«Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no?
«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio».

Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E' dunque possibile che la storia si ripeta?
«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti?
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all'inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com'era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c'è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

La fine di un mondo: riflessioni sulla crisi finanziaria

domenica 26 ottobre 2008

Noi ci siamo!

Clicca per ingrandire e leggere il manifesto


Il manifesto che i circoli di Tricae e Salve della Sinistra democratica hanno fatto stampare ed affiggere nei rispettivi Comuni per sensibilizzare e chiamare alla mobilitazione i cittadini e le cittadine contro la contro-riforma della scuola voluta dalla triade Berlusconi-Gelmini-Tremonti.

sabato 25 ottobre 2008

Non l'ho mai detto

In questi giorni non sono mancati in rete i confronti sulle parole dette dal nostro presidente. Abbiamo scelto di pubblicarne uno dei tanti...

venerdì 24 ottobre 2008

Avviso ai naviganti



«Attenti a voi, ragazzi». Così, ieri, il quotidiano Libero traduceva nel lessico dell'avvertimento mafioso, o dei bulli di periferia, l'«avviso ai naviganti» del capo del governo. E per chiarezza aggiungeva: «Studente avvisato...». Linguaggio incredibile, per tanto che si sia fatto il callo all'imbarbarimento in atto, che la dice lunga su quali umori velenosi debbono maturare nei retrobottega del governo, e voglia di menar le mani nell'ebbrezza di un consenso espugnato. E nel delirio di onnipotenza di chi sente di non avere avversari politicamente rilevanti. Poche ore più tardi, dall'altra parte del mondo, con raro sprezzo del ridicolo, il Grande Proclamatore si rimangiava tutto, negando quello che i giornalisti di tutta Italia avevano ascoltato, qui, con le proprie orecchie, e i quotidiani di ogni colore avevano pubblicato in prima pagina: «Mai pensato alla polizia nelle scuole». Esempio ineguagliato di cattivo maestro della menzogna. Modello di quella pedagogia dell'inganno che guida l'«opera riformatrice» di questo governo che pretenderebbe di riscrivere la sintassi elementare del nostro sistema formativo. Certo da uno che ha, come luoghi simbolo del proprio «stile», la discoteca e il Bagaglino non ci si aspettava altro che la voglia di riempire scuole e università di uomini in divisa. Ma da un Capo dello Stato che invece la cultura alta la conosce e - lo sappiamo - la rispetta, ci saremmo attesi una parola più esplicita. Una difesa più limpida. Perché, in fondo, la natura di questa protesta che scuote le scuole di ogni ordine e grado è tutta qui: una difesa quasi disperata, un ultimo tentativo di salvare un residuo di dignità culturale di fronte alla marea montante dell'incultura, sociale e di stato. Una resistenza intergenerazionale e transpolitica - o metapolitica - contro l'ignoranza di governo che minaccia di abbattere e di travolgere quel poco di serietà professionale e di possibilità formativa che sopravvive nello spazio pubblico italiano. Erano cinquant'anni che non si vedeva, nelle università, un'unità così ampia, dai rettori alle matricole, dai professori ordinari ai precari. E nelle scuole genitori, insegnanti, studenti, personale tecnico... Qualcosa vorrà ben dire: è ciò che si manifesta solo quando si avverte che è in gioco qualcosa di vitale. Che si è sotto una minaccia mortale. Non è il Sessantotto. O una sua ennesima replica, come ottimisticamente o all'opposto minacciosamente si dice. Quello vedeva - in uno scenario gioioso e giocoso - il conflitto tra studenti e autoritarismo accademico. Dava per scontata l'esistenza di un contesto scolastico garantito. Pretendeva di mutare la cultura ossificata dell'istituzione scolastica. Questa sommossa pacifica, invece, in un clima fattosi rigido, un po' plumbeo, sa di dover garantire la sopravvivenza stessa del proprio habitat scolastico. Di dover salvare un ruolo e uno spazio per la cultura in quanto tale. Il Sessantotto poteva permettersi il lusso della battaglia politica. Questo pezzo di paese a rischio di naufragio sa di dover giocare una struggle for life più «originaria» ed elementare, che riguarda questioni come il rispetto di sé, la dignità collettiva, la serietà del sapere, la non negoziabilità di valori primari. A cominciare dal mantenimento in vita di un sia pur danneggiato e minacciato residuo di «spazio pubblico». Per questo non sarà facile metterlo a tacere.


Marco Revelli su Il Manifesto del 24 ott. 2008

giovedì 23 ottobre 2008

Mobilitazione della scuola



“La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli,
anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
(dall’ art. 34 della Costituzione Italiana)

FERMIANO LA
DISTRUZIONE DELLA
SCUOLA PUBBLICA

Senza una discussione in Parlamento, senza un confronto con la scuola, la ministra Gelmini impone un ritorno al passato per decreto legge. Reintroduce il voto di condotta ovunque, i numeri dove da tempo si usavano i giudizi, il maestro unico nella scuola elementare.
Sì, la restaurazione inizia proprio nella scuola che meglio funziona in Italia. Tornare al maestro unico, ridurre l’orario scolastico significa cancellare esperienze importanti e qualificate; significa limitare il diritto di bambine e bambini a imparare meglio e a consolidare dai sei ai dieci anni quelle competenze di base che possono permettere di affrontare meglio ogni successivo apprendimento. Significa eliminare il tempo pieno e tornare al doposcuola degli anni cinquanta. Qualcuno lo spieghi alla ministra: col maestro unico non si fa il tempo pieno. Ridurre il numero degli insegnanti è l’ossessione di questo governo. Classi più affollate, riduzione degli istituti scolastici sono davvero la ricetta per migliorare e qualificare la scuola? Il commissario europeo Figel ha dichiarato che è necessario aumentare gli investimenti nella scuola italiana. E invece il governo taglia brutalmente le risorse finanziarie e umane. Per fare cassa avremo meno insegnanti di sostegno, meno mediatori culturali che possano permettere una reale integrazione dei bambini stranieri. Tutto questo peserà sulle famiglie, costrette a pagarsi servizi (i trasporti quando saranno soppresse le scuole dei piccoli comuni, addirittura l’assistenza ai bambini con disabilità, le attività pomeridiane, ecc.), sulle donne che dovranno conciliare la riduzione di orario scolastico con il loro lavoro. Mette paura la brutale indifferenza con cui il governo si confronta con questi problemi: vuole risparmiare e se bambini e ragazzi saranno un po’ più ignoranti ci pensino famiglie e privati a risolvere i problemi.
Ma la scuola e l’università italiana non ci stanno. I dibattiti cominciano ad essere affollati come non si vedeva da tempo. Si stanno moltiplicando iniziative di protesta in tutta Italia. Anche nel nostro comune occorre lanciare una campagna di informazione e mobilitazione contro queste misure ciniche e sbagliate. DOCENTI E ALUNNI SVEGLIATEVI!!! Occorre organizzare dei volantinaggi davanti alle scuole o banchetti in piazza, coinvolgere i genitori, governare la politica. A Roma e in tante altre città sono iniziate le occupazioni simboliche delle scuole. Dobbiamo esserci anche nel Sud, nel Salento. Dobbiamo sollecitare e sviluppare iniziative analoghe dovunque possibile per difendere un bene di tutti sancito dalla Costituzione, dobbiamo difendere il DIRITTO ALLA FORMAZIONE PUBBLICA E DI QUALITA’.

sdtricase@libero.it www.sinistrademocratica.it