martedì 4 novembre 2008

Da Lincoln a Obama


Sono passati 143 anni da quando nel 1865 il presidente Lincoln abolì la schiavitù. Oggi, comunque vadano a finire queste elezioni, giunge a compimento un percorso di integrazione lungo e faticoso. Restano ancora sacche di intolleranza, ma con questa candidatura è sempre più chiaro che si tratta di residui di un passato senza futuro. Eppure, passata la legittima sbornia dei festeggiamenti, il nuovo presidente si troverà di fronte una delle crisi più gravi che la storia di quel paese abbia mai dovuto affrontare. Non si tratta stavolta di combattere con un ben identificato nemico esterno, ma col mettere in discussione i principi stessi che hanno fatto di quel paese la più grande potenza del pianeta.

Quando Obama a Berlino ha incitato ad abbattere "i nuovi muri che ci dividono gli uni dagli altri", non immaginava che 2 mesi dopo a crollare sarebbe stata Via del Muro, quella Wall Street simbolo della finanza americana. La crisi finanziaria segna la fine del progetto unipolare e della guerra preventiva (Afghanistan, Iraq). Chi tra Obama e McCain sarà il nuovo presidente troverà sulla scrivania il rapporto Global Trends 2025: "la dominanza americana sarà molto diminuita". La prossima amministrazione a meno di non cedere alla tentazione di aprire nuove guerre, dovrà arrendersi all'austerità. Tagli per tutti, anche per gli amici e i "clientes". Gli Stati Uniti non potranno fare i poliziotti del mondo.

Anche noi nel nostro piccolo ci accingiamo a seguire questa lunga notte, e percio abbiamo aperto una piccola finestra su rai news24. Basterà cliccarci sopra due volte per avere la visione a schermo pieno.

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